Chiesa Di Santa Maria Degli Angeli Alle Croci.
La visita guidata parte dalla Chiesa Di Santa Maria Degli Angeli Alle Croci. La chiesa ha assunto questo nome per la presenza della via crucis che veniva fatta sulla salita di via Michele Tenore dai Francescani Osservanti. La struttura religiosa è stata costruita assieme al Convento dei Francescani Osservanti, nel 1581. Dopo che venne attuata la riforma dell'ordine, il convento venne trasformato in un collegio e la riqualificazione della struttura venne affidata a Cosimo Fanzago; in seguito, questi provvide anche all'ammodernamento della chiesa.
Vico Paradisiello:
un piccolo capolavoro in città
Il nome è una sicurezza. Il Paradisiello dovrebbe farci capire il luogo magico in cui siamo, un posto “paradisiaco” e facilmente accessibile o almeno lo è, ma in parte. Infatti i 150 scalini non sono il massimo della comodità. Oggi è una stradina chiusa, dove a un certo punto si blocca per via di un cancello. Un tempo portava fino a Capodimonte, fino alla torre del Palasciano. In una fenditura della secondaria via Veterinaria, alle spalle dell’Orto botanico e dell’Albergo dei Poveri, questa strada anticamente era la prosecuzione di via Michele Tenore, botanico e primo direttore dell’Orto botanico di Napoli. Ma il panorama mozzafiato ripaga la fatica. Lontano dai rumori e dallo smog cittadino, salito l’ultimo scalino, lo sguardo si riempie dal Castel Sant’Elmo al Vesuvio, da Capri al Centro Direzionale e il retro dell’Albergo dei Poveri pare di toccarlo con mano.
Torre Del Palasciano
È possibile ammirare la bellissima Torre Palasciano. Ferdinando Palasciano, fu un politico italiano e chirurgo, precursore della Croce Rossa. Durante i moti di Messina, il capitano Filangeri per l'elevato numero di feriti ordinò ai medici e infermieri di curare solo i Feriti del regno Borbonico. Ferdinando disubbidi agli ordini, inizio a curare anche i nemici feriti, venne accusato di insubordinazione. Grazie all'intervento di re Ferdinando Il non venne fucilato, ma rinchiuso in prigione per un anno. Quando la pena fu scontata, venne nominato Professore di Clinica Chirurgica presso l'Università di Napoli. Garibaldi lo fece chiamare per curare una ferita da arma da fuoco, al malleolo mediale dell'arto inferiore destro subita durante un combattimento sull'Aspromonte. Da questo episodio Garibaldi e Ferdinando divennero grandi amici. Ferdinando acquistò da Domenico Cotugno un terreno di oltre 28 moggi, il fondo comprendeva un tempietto e delle strutture con un grande giardino. Iniziarono i lavori di costruzione del Palazzo Palasciano, una residenza di stile gotico di due piani più una torre. Il palazzo divenne la dimora di Ferdinando e di sua moglie Olga Vavilow. Nel 1886 si ammalò di una grave demenza mentale, mori nel 1891 all'interno della sua dimora. Secondo una antica leggenda, Ferdinando anche dopo la sua morte non ha mai abbandonato il suo adorato palazzo, ancora oggi sembra che il suo fantasma vaghi per le stanze della dimora, e più volte è stato avvistato affacciarsi alla torre per ammirare ancora lo splendido paesaggio di Napoli. Oggi la torre ospita un Bed and Breakfast.
La Storia
Non ci crederete, ma questa zona, pur essendo nel pieno centro di Napoli, non faceva parte della città. Così come il Vomero, i nobili del Settecento non amavano spostarsi tanto per fare la villeggiatura. La collinetta era detta volgarmente “fuori Porta San Gennaro”, quando la strada fu costruita da Isabelle Cueva, moglie del viceré duca d’Osuna Pedro Téllez-Girón y de la Cueva.Qui c’erano campagne, verde e l’aria era particolarmente pulita. Un luogo perfetto per staccare dalla città e godersi gli affetti in una zona isolata. Per questo nonostante nei secoli i palazzi siano stati trasformati in condomini, il Paradisiello conserva un misto di architettura patrizia e rurale. Le case, insieme alla numerazione civica, mantengono i nomi degli antichi proprietari: Villa Florio, villa Torre, villa Rossano. Piccole corti, grandi e piccoli giardini che non erano nati come ornamentali e non lo sono adesso.
Morbi in sem
Da dove deriverebbe il nome Paradisiello? L’etimologia di vico Paradisiello fonda le sue radici sullo straordinario panorama di cui si gode, una volta raggiunto il punto finale. Sembra infatti di essere in un vero e proprio piccolo paradiso, che in napoletano si tradurrebbe in “Paradisiello”. Qui anticamente il frate Ignazio Savino dell’Osservanza fece apporre numerose croci, con le intestazioni della passione di Cristo. Secondo il religioso questo luogo doveva essere un posto di pace, dedito alla meditazione e alla preghiera. Infatti poco distante da qui. in memoria delle vecchie croci presenti, fu eretta nel 1581 dai Frati Osservanti la chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Due Croci, Un tempo tutta quest’area apparteneva ai francescani che avevano il proprio cimitero, chiamato il Purgatorio. Poco più sopra c’era questa piccola collinetta che sovrastava l’area, e per la sua amenità, e trovandosi “al piano superiore”, fu denominata Paradisiello.